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La città di San Francesco e il capoluogo regionale sono due mete dalla sconvolgente concentrazione di capolavori pittorici. Aggiungete qualche tappa qua e là in giro per la regione, ed ecco un tour da sogno anche per il più incontentabile appassionato d’arte.

Non servono eruditi argomenti per definire Assisi come una delle capitali dell’arte mondiale. In fondo, è sufficiente il fatto che la città ospiti la Basilica di San Francesco: fu qui, tra la seconda metà del XIII secolo e l’inizio del XIV, che la storia della pittura subì la svolta decisiva, grazie agli affreschi di Giotto, alla loro complessità prospettica, al realismo volumetrico delle figure e l’inedita indagine psicologica dei personaggi. Senza dimenticare il contributo nelle decorazioni delle altre superstar della pittura dell’epoca, da Pietro Cavallini a Cimabue, da Simone Martini a Pietro Lorenzetti.

Per dare una misura dello straripante patrimonio urbano, poi, va considerato che anche senza il solenne edificio che accoglie le spoglie di San Francesco, Assisi avrebbe comunque tutte le carte in regola per fare innamorare i viaggiatori sensibili alle lusinghe delle arti: il tempio di Minerva, risalente al I secolo a.C. e tra i simboli più bramati nell’epoca del Grand Tour, la Cattedrale di San Rufino, uno dei vertici dell’architettura romanica del centro Italia, la Basilica di Santa Maria degli Angeli, che custodisce opere di Federico Barocci, del Pomarancio, e uno straordinario Crocifisso di Giunta Pisano (nel Museo annesso), hanno la personalità strabordante dei monumenti più prestigiosi. Ma la città è in grado di ammaliare chiunque, con i vicoli in pietra rosa che scintillano al tramonto, l’atmosfera intrisa di una spiritualità al contempo eterea e tangibile, i giardini incantati che dialogano con le verdi colline circostanti.

Rinascimento e contemporaneità al massimo fulgore

In diretta continuità con il genio artistico assisiate, si colloca la proposta artistica di Montefalco: il Complesso Museale di San Francesco ospita nell’abside dell’omonima chiesa uno dei più importanti cicli di affreschi dedicati al santo, realizzato da Benozzo Gozzoli nel 1452. Si tratta di un artista aggiornato, che attinse a piene mani alle innovative soluzioni che da Firenze si stavano diffondendo nel resto della penisola. Tuttavia, per celebrare pienamente la stagione rinascimentale in Umbria la destinazione da non perdere è Orvieto: nel Duomo, gli affreschi sul Giudizio Universale della Cappella di San Brizio di Luca Signorelli (della morte del quale nel 2023 ricorre il cinquecentesimo anniversario) rappresentano una delle imprese pittoriche più significative dell’epoca, oltre che un’opera fantasiosamente sfrenata, degna dell’ambientazione di un avveniristico videogame. E che dire del Pozzo di San Patrizio, realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane a partire dal 1527? Scendendo per più di cinquanta metri lungo i gradini di questa struttura, progettata per rifornire la città in caso di assedio, con i suoi finestroni e il ponticello il fondo, avrete la sensazione di trovarvi in un quadro di Escher.

A quel punto, vi toccherà fare una tappa anche a Città di Castello: solo visitando le due sedi della Collezione Burri, dove il genio di uno dei più grandi artisti del Novecento si esplica in tutta la sua eloquenza, infatti, potrete appurare come in Umbria le tensioni più nobili dell’animo umano continuino a vibrare anche nella contemporaneità.

Gran finale a Perugia

Il tour si conclude a Perugia, e non potrebbe essere altrimenti, perché la città fu il principale palcoscenico del più iconico artista della regione, quel Perugino che proprio nel 2023, anche lui per il cinquecentesimo anniversario della sua morte, è stato al centro di uno sconfinato palinsesto di eventi. Ed anche oggi che la grande mostra in suo onore alle Galleria Nazionale dell’Umbria è finita, il museo rimane il luogo ideale per ripercorrere le vicende artistiche di un pittore che in vita seppe esercitare un’influenza così vasta da aver pochi termini di paragone nella storia dell’arte. Tenete conto, però, che il Collegio del Cambio, dove potrete ammirare il Perugino alle prese con inconsuete tematiche classicheggianti, si trova davvero a pochi metri di distanza, e che sarebbe un vero peccato non visitare anche la Cappella San Severo, per metterlo a diretto confronto con il suo allievo più celebre, Raffaello, del quale nel 1521 completò la parte inferiore di un affresco lasciato incompiuto.

Terminata la scorpacciata peruginesca, la città non avrà certo finito di elargire i suoi doni, e dal Duomo alla Fontana Maggiore, dall’Ipogeo dei Volumni all’Oratorio di San Bernardino, ne avrete ancora per giorni interi. Ma, forse, ormai sarà tempo per voi di tornare alla vita di tutti i giorni. E magari di iniziare ad organizzare un altro viaggio in Umbria, perché di meraviglie artistiche ce ne sono parecchie anche a Spello, Gubbio, Todi, Narni, Spoleto…

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